Tadej Pogacar & UAE Team Emirates: Il fenomeno sloveno ha “solo” il compito di completare l’opera dopo il gran lavoro svolto dalla sua squadra durante tutta la tappa, in particolare da João Almeida e Juan Ayuso negli ultimi chilometri del Galibier, e ci riesce alla perfezione. Al 25enne bastano le ultime centinaia di metri della salita e, soprattutto, una discesa affrontata a tutta per fare la differenza sugli altri big, prendersi la vittoria di tappa e riprendersi la Maglia Gialla, guadagnando sui diretti avversari un tesoretto di secondi che, pur lasciando ovviamente ancora aperto il Tour, fa sicuramente comodo.
Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep): Se in passato aveva faticato maggiormente quando si raggiungevano certe altitudini, quest’oggi il belga ha impressionato per la tenuta in salita, pagando ovviamente la violenta accelerazione di Pogacar, ma gestendosi bene e scollinando comunque poco distante da Vingegaard e davanti a tutti gli altri. In discesa, poi, soffre nel tratto più tecnico, ma riesce a restare in vista degli altri big e a riagganciarsi a loro in seguito, cogliendo poi il secondo posto con una lunga volata di potenza.
Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers): Lo spagnolo, ormai, non è più una sorpresa, ma una conferma. Bravo a gestirsi in salita, il 23enne si dimostra nuovamente molto abile in discesa guidando l’inseguimento nel terzetto con Roglic e Ayuso che prima va a riprendere e staccare Evenepoel, e poi raggiunge anche Vingegaard. Se riuscirà a crescere ancora un po’, non sarà difficile per lui confermarsi anche quest’anno nella top-5 del Tour.
Richard Carapaz (EF Education-EasyPost): L’ecuadoriano sperava sicuramente di concludere la sua prima (e, alla fine, unica) giornata in Maglia Gialla in maniera decisamente diversa. Quando Almeida cambia definitivamente ritmo a poco più di sei chilometri dalla vetta del Galibier, il campione olimpico alza subito bandiera bianca, sprofondando nonostante l’aiuto del compagno di squadra Healy e tagliando il traguardo con più di cinque minuti di ritardo, uscendo così anche dai primi venti della generale.
Enric Mas (Movistar): Lo spagnolo sembra non riuscire a invertire il trend negativo che da più di un anno lo vede sì piazzarsi spesso tra i primi dieci nelle gare a tappe, ma senza fare molto di più. I quattro minuti di ritardo presi sul traguardo di Valloire non inducono all’ottimismo riguardo una top-10 finale qui al Tour, considerando anche la presenza di due cronometro, specialità nella quale sicuramente non eccelle.
Simon Yates (Team Jayco AlUla): È praticamente il primo dei big a perdere contatto quando il gioco inizia a farsi duro, anche se in seguito riesce a gestirsi abbastanza bene e a recuperare anche qualcuno degli altri uomini di classifica. Il passivo all’arrivo, però, è lo stesso di Mas e ne conferma le difficoltà evidenziate nella prima parte di stagione. Non sarà decisamente facile per lui confermare il piazzamento di un anno fa.
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